Mi chiamo Paolo e sono omosessuale. Da qualche mese conoscevo Marco. Mi era simpatico e sognavo di far sesso con lui ma, sapendolo etero, non rivelai i miei veri gusti sessuali. Mi comportai da amico normale. Uscivamo, andavamo a bere qualcosa e facevamo due chiacchiere. Lui si era lasciato da poco con la ragazza e aveva voglia di stare con qualche donna. Volevo conquistare maggiormente la sua fiducia per sfruttarla a mio vantaggio in seguito. Grazie alla mediazione di mia cugina escort, riuscì a contattare due sue avvenenti "colleghe" e mi misi d'accordo con loro per un appuntamento a casa mia. Chiamai Marco, gli comunicai che avevo due strafighe per le mani e lui sembrò molto felice di ciò. Alle escort detti appuntamento un'ora prima rispetto a quando sarebbe venuto Marco in modo da poterle pagare di nascosto. Tutto andò come da programma. Le ragazze arrivarono puntuali e io le saldai. Dopo un'oretta giunse anche Marco nel mio appartamento. Andai in cucina a preparare dei drink. In quello di Marco riversai una dose abbondante di bromuro in modo tale che non si sarebbe eccitato, quanto a me non c'era problema. Le ragazze, di nome Katia e Monia, provarono a scaldare l'ambiente spogliandosi a turno. Iniziò Monia, la brunetta in autoreggenti. Fece uno strip ad alto contenuto erotico che avrebbe fatto rizzare il cazzo a molti uomini. Mostrò le aperture intime senza alcun pudore. Marco osservò la donna attentamente e tirò fuori il cazzo. Anche io lo feci uscire dai pantaloni come premeditato. Niente da fare, le invidiabili grazie di Monia non destarono alcuna reazione in Marco il cui cazzo restò, con sua stessa sorpresa, clamorosamente morbido esattamente come il mio. La ragazza, abituata a mandare velocemente gli uccelli maschili sugli attenti, non si aspettava proprio un esito così negativo. Fu a quel punto che entrò in gioco l'altra bambola nella speranza di ottenere risultati differenti. Katia indossava calze autoreggenti a rete e sandali col tacco. Era oggettivamente una gran bella ragazza, forse più di Monia, tuttavia, anche con lei a pecorina che teneva le dita nella fica, i cazzi non ebbero erezione. Le ragazze, come previsto, si rivestirono. Monia ci dette anche dei froci dopodichè le due tipe, un pò seccate, andarono via sbattendo la porta.
Marco era disperato. Non poteva credere che avevamo perso un'occasione del genere con simili fiche e non si spiegava le mancate erezioni di fronte a tali gnocche. Il piano procedeva alla grande. Mi calai nuovamente nel ruolo dell'amico premuroso e gli dissi:"Dai su, non fare così, si vede che eravamo emozionati, del resto erano due gnoccone" e aggiunsi falsamente:"Non preoccuparti domani ne rimedio altre. Intanto perchè non resti a dormire da me, ti va?". Credendomi sincero accettò l'ospitalità offrendomi così una chance d'oro. Non sospettando di nulla dormì nel mio letto a due piazze. La notte trascorse tranquilla. Mi alzai presto, lui dormiva ancora. Finalmente era giunta la mia occasione. Iniziai con una leccata di guancia. Proseguì con palpate di culo e massaggio di cazzo sopra lo slip. Poi portai una sua mano sul mio cazzo. Ancora dormiva quando cominciai a segarlo per poi passare alle leccate di cappella. Lo imboccai tutto quanto. Nel bel mezzo della pompa insonnolita si svegliò ma ormai era troppo tardi per sottrarsi alle mie focose attenzioni. Credeva che stessi scherzando quando fui in procinto di incularlo. Pochi istanti dopo si rese conto che non si trattava affato di uno scherzo perchè gli ficcai l'uccello duro nel culo sverginandolo a dovere. La sua titubanza durò ben poco in quanto surclassata dal piacere crescente dei decisi affondi anali. Me lo chiavai perbene e a lungo come da tempo avevo sognato di fare. All'apice del piacere eiaculai un primo getto di sperma nel suo culo ormai sfondato. Il resto glielo spruzzai dritto in bocca. Quell'approccio fatale gli fece cambiare decisamente sponda e, in seguito, restò spesso a "dormire" da me.